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COMUNICATO STAMPA CC Monza " Agente aggredito"

E’ di ieri sera la notizia dell’ennesimo evento critico accorso ad un agente della Polizia Penitenziaria in servizio all’istituto monzese al quale rivolgiamo vicinanza, gratitudine ed una pronta guarigione.

L’agente, durante il suo turno di servizio di addetto sorveglianza vigilanza ed osservazione in una sezione detentiva è stato aggredito e colpito da un detenuto di origine africana, solo grazie alla capacità ed alla professionalità dell’agente che nonostante l’aggressione ha impedito al detenuto di impossessarsi delle chiavi della sezione, evitando ulteriori problematiche all’ordine ed alla sicurezza.

Il poliziotto è stato prontamente accompagnato al pronto soccorso cittadino per le cure, dove al momento gli hanno riscontrato una prognosi di giorni sette, sperando che non ci siano complicazioni.

DICIAMO BASTA! il Ministro, il Capo del DAP ed il Provveditore sono gli assenti, i presenti sono i Poliziotti che tutti i giorni gestiscono il sistema carcere “pagando a caro prezzo” con il proprio sangue le mancanze croniche dello Stato.

“ABBIAMO IL DOVERE DI OTTENERE IMMEDIATE E RISOLUTIVE RISPOSTE DA CHE CI GOVERNA E DA CHI RICEVE STIPENDI DA NABABBI ASSUMENDOSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’ ”.

La UILPA Polizia Penitenziaria ha più volte denunciato le inadempienze dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, che ha reso l’istituto monzese, un “MANICOMIO CRIMINALE”

Infatti il carcere di Monza è diventato un contenitore di soggetti con grosse problematiche psichiatriche che andrebbero gestiti nelle strutture adeguate come le REMS, la sola gestione affidata al personale di custodia è fallimentare e crea disordini, danni al personale ed alla società.

Per i problemi mai risolti alla Casa Circondariale di Monza, il personale ha perso il “SENSO” del proprio lavoro.

“Questo, costituisce un fattore di rischio psicosociale e può sfociare in elementi di stress, comportamenti a rischio ed altri tipi di malessere. La produzione di “SENSO” è un processo sociale continuo, reso possibile dalla cultura organizzativa”.

Facciamo un ultimo appello ai “RESPONSABILI” e chiediamo di risolvere il grave “SOVRAFFOLLAMENTO”

eliminare le brandine dalle camere detentive e portare le sezioni alla capienza prevista