E’ notizia di queste ultime ore che un agente di polizia penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale di Como, sia stato vittima di un’aggressione in una sezione detentiva. L’agente, conosciuto fra colleghi e superiori per il suo equilibrio e per il suo encomiabile stato di servizio,
non ha avuto altre colpe che svolgere con solerzia e precisione il proprio lavoro. Colpito al volto da una bamboletta di gas lanciata da un detenuto è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso. Al di là però delle dinamiche del singolo episodio, di per sé già gravissimo, esige una riflessione il fatto oggettivo che gli eventi critici sono ormai quotidiani e giornalieri nella Casa Circondariale di Como e che la sicurezza e l’incolumità fisica, per i baschi azzurri comaschi, siano ormai un lontano miraggio.
Soltanto nel mese di ottobre sono stati più di 12 i colleghi che in seguito ad aggressioni sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso cittadino, fra ottobre e dicembre non sono state rare le occasioni in cui vi sono state risse, colluttazioni fra detenuti, incendi di cella ed atti di autolesionismo. E’ urgente porre quindi il problema delle condizioni lavorative precarie e poco sicure dei Servitori dello Stato nelle carceri italiane ed ancor più nella Casa Circondariale di Como, infatti se come diceva Fedor Dostoevskij “ il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni” si può ben sostenere che oggi servire la collettività tutelando la legge e l’ordine costituito comporta il vedersi esposto a continui rischi e troppe poche tutele.
Non è accettabile, né lo sarà mai da parte della Uilpa Polizia Penitenziaria, che si possa rischiare quotidianamente la vita nel più muto silenzio della società. Se infatti il poliziotto penitenziario è ben consapevole dei rischi insiti nel proprio lavoro, e con spirito di sacrificio ed abnegazione ne accetta tutti i risvolti, non si può metabolizzare che il rischio diventi non evento occasionale ma routine quotidiana e che la società non riesca ad apprezzare e premiare quanto i baschi azzurri compiono giornalmente.