E’ con profondo rammarico che si rende noto come in questi giorni, il 10 ottobre per l’esattezza, nella Casa Circondariale di Sondrio si sia consumata un’aggressione ai danni della Polizia Penitenziaria. Il Comandante di Reparto, persona rinomata a Sondrio ed in altre province della Regione Lombardia per la propria autorevolezza ed equilibrio, ha subito senza ragione alcuna un’aggressione
da parte di un ristretto, aggressione che ha portato una frattura del braccio nonché – da quanto si sarebbe appurato- le necessità di un intervento operatorio.
Al di là della solidarietà sentita e dovuta verso il Comandante di Reparto, distintosi come silenzioso ma solerte uomo al servizio della cittadinanza e della Costituzione, guidato dal desiderio di offrire il proprio contributo di membro delle Istituzioni alla società più che da quello di cercar luci ed onori personali, è necessario porre in atto alcune doverose riflessioni.
L’aggressione avvenuta nella Circondariale di via Caimi, una Circondariale conosciuta e rinomata per l’esperienza e la capacità del personale (di polizia penitenziaria, sanitario, civile) che vi lavora, dimostra come servire la cittadinanza, la Costituzione, la legge, oggi richieda un prezzo talvolta sempre crescente agli uomini e donne che vestono il basco azzurro. Un prezzo che, se da una parte la Polizia Penitenziaria è disposta a pagare pur di assolvere con coscienza e correttezza le proprie mansioni, dall’altra richiede che la società si interroghi sugli strumenti – scarni ed a volte inadeguati- che sono messi a disposizione delle forze dell’ordine.
La Uilpa Polizia Penitenziaria da molto tempo cerca di porre il tema della necessità, non rinviabile, di prevedere una riforma che possa prevedere strutture specifiche per i condannati affetti da patologie psichiatriche, strutture che possano conciliare l’esigenza cautelare con quella del percorso sanitario. Allo stesso modo è divenuto urgente il bisogno di dotare il Corpo di Polizia Penitenziaria di un protocollo operativo d’intervento, ossia un insieme di regole d’ingaggio precise, concrete e dettagliate, che possano offrir chiarezza nelle ipotesi di intervento durante gli eventi critici.
Che dire poi della carenza d’organico che, ormai, ha raggiunto numeri sempre più importanti: 18 mila unità in meno così come dichiarato più volte?
Per passare infine alla necessità di prevedere pene che scoraggino reati specifici che, ad oggi, secondo molti non prevedono sanzioni così temibili: si parla del reato di oltraggio, minaccia ed aggressione a pubblico ufficiale.
Pertanto, nel far gli auguri di pronta guarigione al Comandante di Reparto del carcere di Sondrio, non si può che far un appello alla società tutta affinché si possano dotare gli uomini e donne in divisa degli strumenti necessari per salvaguardare la sicurezza pubblica.