Egregio Signor Provveditore,
questa Organizzazione Sindacale ha il dovere di dar voce alle segnalazioni, alla frustrazione ed alla delusione, che giungono dal personale di Polizia Penitenziaria della Lombardia Sembrerebbe che una grossa percentuale di personale che ha affrontato, con spirito di sacrificio,
abnegazione e rischiando in prima persona il periodo di rivolte e di gestione della pandemia da covid-19, sia rimasto escluso totalmente da un riconoscimento importante e formale della ricompensa premiale. Basti pensare a tutto quel personale che è stato a disposizione h 24 in pronto intervento, i nuclei traduzione che hanno effettuato svariate e molteplici traduzioni con detenuti covid positivi, il personale che ha lavorato all'interno delle sezioni detentive, di infermerie e reparti ospedalieri con la presenza di detenuti covid positivi; per non parlare delle matricole, le varie notifiche da fare anche presso gli hub covid ed il personale dei colloqui che ha garantito un servizio con restrizioni, con incombenze scrupolose, con aggiornamenti di circolari quasi giornaliere ed effettuando i colloqui/pacchi con alta probabilità di rischio contagio. Egregio Sig. Provveditore credo che quello che si è precedentemente descritto è risaputo sia da Lei che dai Direttori degli Istituti Penitenziari della Lombardia e per questo motivo non si riesce a capire le motivazioni di tali esclusioni. Alla luce di ciò nello sperare che sia stata solo una leggerezza l'esclusione di tale personale si chiede di analizzare la situazione e se ciò trovasse piena concretezza, di voler intervenire nel sanare una situazione di disparità di trattamento. In altre parole se ciò dovesse risultare veritiero nella motivazione profonda dello spirito di sacrificio con cui il personale ha affrontato sia le rivolte che l'emergenza covid nel settore penitenziario, si chiede di voler interagire per tutto il personale escluso ingiustamente che meritava almeno una relazione di merito.
Nell’attesa di cortese urgente riscontro porgo cordiali saluti.