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Egregio Sig. Provveditore,
è noto alla scrivente O.S. che codesto ufficio con una nota del 10/09/2021 Prot.n.
00119304.U abbia, in riferimento ad una disposizione di missione regionale di un funzionario
giuridico pedagogico, autorizzato l’uso dell’auto di servizio in occasione del servizio di
missione de quo.


Stante a quanto riportato a questa O.S., sembrerebbe che il funzionario attualmente
incaricato sia domiciliato presso gli alloggi della caserma della C.R. di Milano-Opera, a cui è
garantito l’accompagnamento con auto di servizio dal personale di polizia penitenziaria presso
la struttura comasca.
Se ne deduce che l’Amministrazione Penitenziaria debba sostenere ulteriori costi, oltre
la missione del funzionario, relativamente all’accompagnatore, missione, straordinario,
carburante, usura del mezzo ecc..
Facendo richiamo all’art 3 comma 1 del DPCM 25/09/2014 infatti stabilisce che
“l’utilizzo delle autovetture di servizio è consentito solo per ragioni di servizio che non comprendono lo
spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio”. Alla luce di
quanto dettato dal decreto lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro, dovrebbe avvenire
con mezzi propri. Tuttavia nelle circostanze di una “missione d’ufficio” l’interessato matura
il diritto di poter richiedere il rimborso per le spese di viaggio.
Analogamente al caso in questione, l’interessato, abitando in tutt’altra sede, dovrebbe
raggiungere il “luogo di lavoro” e quindi Como secondo le disposizioni normative.
Il nostro intervento ci preme in particolar modo sotto il profilo del contenimento e della
razionalizzazione dalla spesa pubblica, che certamente è un obiettivo comune da condividere
e sostenere.
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Pertanto non condividiamo questa scelta di privilegio che è stata riconosciuta,
trascurando altrettanto soluzioni possibili ed economiche, nell’ottica di un risparmio.
Altra questione sarebbe ravvisabile anche sotto il profilo dell’impiego che se ne fa del
personale di polizia penitenziaria, distratto continuamente da attività che orbitano intorno al
mondo carcere, fino a rischiare di sconfinare oltre i propri compiti d’istituto e danneggiare
l’immagine di un corpo di polizia.
Viviamo una costante pressione lavorativa e di stress a causa di una insufficienza
organica, e certamente assistere anche ad operazioni da “cocchiere” al personale Comparto
Ministeri crea non poco malumore tra il personale.
In rifermento a quanto illustrato, non vorremmo arrivare ad inoltrare questa pura
“osservazione sulla questione” , che trova certamente diversi orientamenti interpretativi, ai
vari Ministeri di competenza e alla Corte dei Conti al fine di trovare un più cospicuo riscontro
ma, confidiamo in Lei affinché si trovi giusta applicazione di cui al DPCM del 11/11/2014 e
soprattutto che si dia una fine a questo tipo di (a parere nostro) privilegio.
L’occasione è gradita per porgere, Cordiali saluti.