Illustre Signor Direttore, le presenti Organizzazioni Sindacali si trovano costrette a farsi portatrici del senso di disagio nutrito da gran parte dei poliziotti penitenziari, in servizio presso questa Casa Circondariale, senso di smarrimento dovuto alle precarie condizioni lavorative che si ripercuotono sull’incolumità fisica e, a causa di una lunga e prolungata esposizione agli eventi critici, anche sulla tenuta psicologica. Non si mette in discussione il trend nazionale di aumento esponenziale degli eventi critici né che una certa misura di rischio sia insita nelle mansioni che il poliziotto penitenziario
si trova a dover svolgere, tuttavia sembrerebbe che in taluni periodi si superi la soglia di rischio mediamente accettabile e che il Reparto venga messo alla prova in modo continuo e senza tregua alcuna.
E’ il caso, solo per citare l’ultimo episodio, dell’incendio di cella avvenuto in piena notte ed in data 8 settembre nella sezione nuovi giunti. Sembrerebbe infatti che un ristretto, di nazionalità magrebina, abbia dato vita ad un incendio nella propria cella, non un semplice atto dimostrativo sarebbe dato pensare visto che i colleghi in servizio, al fine di salvare una vita umana al costo di porre a rischio la propria, avrebbero accompagnato il compagno di cella nel cortile passeggi nuovi giunti e messo in sicurezza lo stesso ristretto riottoso.
Al di là del singolo episodio, su cui comunque le presenti Organizzazioni Sindacali chiedono di valutare una proposta di ricompensa per l’encomiabile lavoro svolto dall’agente adibito al controllo della sezione e dai colleghi sopraggiunti dagli altri reparti detentivi, si chiede alla Signoria Vostra non un intervento della gestione detentiva in senso stretto, si chiede un intervento per abbassare la soglia di rischio fisico e di tenuta psicologica cui i colleghi sono gravati. A tal fine si propone di valutare il trasferimento dei reclusi che, negli ultimi mesi, in più episodi si sono contraddistinti per aver messo a repentaglio l’incolumità propria, dei propri compagni di sezione e degli operatori (poliziotti penitenziari come civili) che a vario titolo svolgono servizio in Istituto.Si chiede altresì di poter valutare il trasferimento di un recluso che, dalle notizie pervenute,sembrerebbe che sia ubicato nella sezione “nuovi giunti” dal mese di marzo con soltanto piccole, e sporadiche, traduzioni nella Circondariale di Pisa. Queste traduzioni, fra l’altro, sembrerebbe che si svolgano per consentire al ristretto in oggetto di presenziare a delle udienze da svolgere in giornata e, dalle segnalazioni giunte, sembrerebbe mettano a dura prova anche i colleghi di scorta per dei viaggi andata/ritorno (in giornata) per la Toscana. Il ristretto inoltre si sarebbe prodigato, secondo le segnalazioni giunte, a porre in più circostanze difficoltà sia ai colleghi del N.T.P. sia a quelli della sezione “nuovi giunti” proprio perché non vorrebbe tornare in Lombardia ma star vicino ai propri familiari che si trovano in Toscana. Se ciò non bastasse si sarebbe segnalato per aver ricevuto decine di rapporti disciplinari e, sembrerebbe, anche qualche denuncia.
Nella certezza che la Signoria Vostra vorrà valutare con attenzione questa nota e vorrà farsi interprete e facilitatore di alcune problematiche che soffocano l’ “Area Sicurezza” si coglie l’occasione di porgere distinti saluti.